L’aumento dei casi di violenza domestica durante il Coronavirus e il supporto dell’investigatore privato Marzo 2024


In questo articolo parleremo del fenomeno della violenza domestica, del suo aumento durante il periodo di lockdown e di cosa può fare l’investigatore privato per tutelare le vittime.

Nel corso degli ultimi mesi abbiamo assistito a uno scenario che ha messo tutti a dura prova, relegandoci nelle nostre abitazioni e privandoci della libertà personale che tanto era data per scontata. Questa situazione, già compromessa di suo, ha colpito pesantemente una fetta della popolazione: quella vittima di violenza domestica.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce la violenza domestica come ogni forma di abuso e comportamento di matrice coercitiva perpetrato al fine di esercitare un controllo emotivo a danno di un familiare, affermando il proprio potere.

Sono stati compresi all’interno della definizione non solo gli abusi meramente fisici bensì tutte quelle prevaricazioni psicologiche, verbali, emotive, economiche e sessuali attuate all’interno delle mura domestiche.

Tendenzialmente la violenza domestica arriva lentamente, subdolamente, si insinua all’interno del nucleo familiare seguendo quella che viene definita “spirale della violenza”, ovvero un susseguirsi di fasi in escalation, un vortice drammatico.

1) Fase dell’intimidazione: è la fase iniziale, in cui la vittima comincia a sentirsi manchevole e impaurita a causa del manifestarsi di lamentele, minacce o gelosie frequenti da parte del partner;

2) Fase dell’isolamento: il partner, per soddisfare il suo desiderio di controllo, spinge la vittima a tagliare i rapporti sociali con i suoi legami affettivi come familiari e amici;

3) Fase della svalorizzazione: è questa la fase caratterizzata dai primi tentativi di umiliare, mortificare e sminuire la vittima;

4) Fase della violenza: il tragico processo raggiunge il suo climax quando alla violenza psicologica si aggiunge quella fisica;

5) Fase della falsa riappacificazione: al termine del ciclo di soprusi possono seguire dei momenti di pentimento da parte del carnefice. Non sono mai veritieri e la spirale è pronta per compiere nuovamente il suo giro.

“Si comincia con la spezia del sarcasmo (quanti sono i motti o le barzellette antifemminili) e poi, piano piano, superiorità, disprezzo ma anche una segreta e inconscia paura precipitano nella violenza che spesso fiorisce proprio tra le pareti domestiche”

È evidente che mentre dalla televisione ci ammoniscono di rimanere al nostro domicilio urlando al “luogo sicuro” per certe persone significa solo essere relegati in una gattabuia fatta di torture e sopraffazioni.

Se poi consideriamo che il momento stressante che abbiamo vissuto durante il lockdown può solo aver contribuito ad accentuare i caratteri aggressivi di un soggetto, appare evidente come il rischio per le categorie più deboli di un nucleo familiare aumenti inevitabilmente.

Sempre l’OMS dichiara che gli episodi di violenza contro le donne siano triplicati durante l’emergenza Coronavirus rispetto all’anno precedente, mentre i centri antiviolenza D.i.Re. affermano che rispetto al 2019 le richieste di aiuto sono aumentate del 74,5%.

violenza domestica durante il Coronavirus

Ora le restrizioni sono state allentante e il mondo esterno sembra essere ricoperto da una patina di normalità ma, se facciamo i conti, sono stati 56 i giorni di totale isolamento domiciliare (dal 9 marzo 2020 al 3 maggio 2020), 72 invece se prendiamo come giorno di partenza quello in cui si è verificato il primo decesso causa Covid-19 in Italia.

Due mesi interi durante i quali, per le vittime di violenza, anche effettuare una telefonata per chiedere aiuto sarà stato impossibile.

violenza domestica durante il Coronavirus

Temi che qualcuno sia vittima di violenza domestica?

Ecco i segnali più evidenti:

  • Turbamento psicologico come stati d’ansia, paura, disorientamento, agitazione, depressione, perdita di autostima, attacchi di panico et similia;
  • Comportamenti insoliti come isolamento, annullamento di appuntamenti, ritardi, assenze o racconti contraddittori;
  • Segni palesi di maltrattamenti quali lividi, contusioni, bruciature, fratture, ferite etc.

Per quanto riguarda l’inquadramento giuridico, la violenza domestica non è riconosciuta come fattispecie autonoma ma trova spazio all’interno di altre due forme di reato: quello di lesioni personali ex art. 582 e ss. c.p. e il delitto di maltrattamenti contro familiari e conviventi di cui all’art. 572 c.p.

Reserv Investigazioni può accompagnare la vittima nella ricerca di elementi e materiale con valore probatorio offrendo un supporto costante grazie alla collaborazione con psicologi esperti. Con l’ausilio di tecnologia avanzata come videocamere di sorveglianza e registratori occultati può offrire al Cliente la possibilità di raccogliere le prove necessarie.

Altresì il nostro Istituto opera nel campo della controsorveglianza e nientemeno è autorizzato alla testimonianza in Tribunale nel caso di aggressioni e comportamenti violenti, giovando di una cooperazione continua con avvocati e Forze dell’ordine.

Consulta l’area dedicata alla DIVISIONE PER LA FAMIGLIA e per la TUTELA DELLA PERSONA.

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